Domanda e offerta di gas in Italia nell'inverno 2022-2023

Gas in Italia nell’Inverno 22-23: come sono andate domanda e offerta?

27 Marzo 2023
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27 Marzo 2023

A luglio 2022 la Commissione Europea presentava un Regolamento nel quale chiedeva agli Stati Membri di introdurre interventi di riduzione della domanda di gas al fine di aumentare la sicurezza energetica dell’Unione Europea per l’inverno avvenire. Come si è evoluto il bilancio tra offerta e domanda di gas nel corso del 2022? Quale è stato il comportamento di famiglie e imprese? Le azioni di risparmio hanno permesso di raggiungere l’obiettivo?

In risposta alla richiesta della Commissione Europea, a settembre il Governo Draghi elaborava un Piano che, attraverso un insieme di misure di contenimento dei consumi in tutti i settori (termoelettrico, domestico e industriale), si poneva l’obiettivo di ridurre del 15% la domanda di gas tra agosto 2022 e marzo 2023. In questa analisi cerchiamo di capire se e come sia stato raggiunto, e come sia cambiato il bilancio di domanda e offerta di gas nel corso dell’inverno.

La Russia non è più il maggior fornitore di gas dell’Italia

Dopo oltre un anno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il peso delle forniture russe sul consumo italiano di gas si è ridotto della metà rispetto all’anno 2021, passando dal 38% al 20%. Nonostante i timori di una completa interruzione, la Russia non ha mai completamente sospeso l’esportazione verso il nostro Paese, riducendola soltanto.

Nel corso del 2022, infatti, i flussi attraverso il punto di entrata di Tarvisio sono diminuiti del 52% rispetto al 2021, passando da 29,1 a 13,9 miliardi di metri cubi/anno (bcm/anno). Allo stesso tempo sono aumentati i flussi di gas via tubo da altri paesi fornitori: dall’Algeria per +2,4 miliardi di bcm/anno rispetto al 2021, dall’Azerbaijan per +3,1 bcm/anno e dal Nord Europa attraverso il punto di entrata di Passo Gries per +5,4 bcm/anno.

L’aumento dei flussi di gas naturale liquefatto (GNL) ha giocato un ruolo importante nella sostituzione delle forniture di gas russe in Italia come in Europa. Una quota importante delle maggiori entrate da Passo Gries ha incluso i carichi di GNL arrivati nel Nord Europa.

L’elevato prezzo del gas in Europa ha infatti spinto i carichi di GNL verso il mercato europeo rispetto a quello asiatico, ridisegnando i flussi globali – in Cina l’import di GNL ha subito una riduzione del 21%. Nel 2022 l’importazione di GNL in Italia ha registrato un incremento del 98% rispetto al 2021, raggiungendo un valore di 14,3 bcm/anno – l’88% della capacità nominale totale.

Il calo delle forniture russe è stato particolarmente accentuato negli ultimi cinque mesi, durante i quali da Tarvisio sono entrati solamente 1,7 bcm di gas, a fronte degli oltre 10 miliardi dell’anno precedente. Tra settembre 2022 e febbraio 2023 la variazione dell’import dalla Russia ha registrato un -83% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, toccando a ottobre un valore minimo di appena 29 milioni di metri cubi. Nello stesso periodo i flussi di GNL sono aumentati del 74%, quelli da Passo Gries del 28% e quelli da Melendugno (gas azero) dell’11%.

Grafico 1 – Confronto tra offerta di gas via gasdotto (per paese d’origine), GNL, produzione nazionale ed esportazioni nel 2021 e 2022. Fonte: MASE

La variazione della domanda di gas italiana

I dati più interessanti riguardano la domanda di gas che nel 2022 è crollata del 9,8% rispetto al 2021, raggiungendo un valore di 68,5 bcm – 7,4 bcm in meno rispetto all’anno precedente. Dai dati Snam il crollo è particolarmente evidente negli ultimi mesi dell’anno. Tra settembre 2022 e febbraio 2023 i consumi si sono ridotti del 20% rispetto alla media dei tre anni precedenti. La flessione ha interessato tutti i settori:

  • Sul settore civile, che nel periodo ha registrato una diminuzione del 21%, oltre a condizioni metereologiche miti (nel 2022 i Gradi Giorni sono diminuiti del 9,5% rispetto al 2021), hanno fortemente inciso le misure di contenimento dei consumi e le azioni individuali di risparmio energetico spinte dai prezzi elevati della materia prima.
  • La stessa variazione ha interessato i consumi industriali, caratterizzati però da una certa eterogeneità tra i diversi settori. Il calo della domanda (-20%) è dovuto in parte a tagli nella produzione, che tuttavia, secondo dati ancora preliminari, sembra aver subito riduzioni limitate rispetto a quelle dei consumi di energia. Ulteriori approfondimenti saranno necessari per capire la natura di questi cali e analizzare se le misure di contenimento siano state efficaci a supportare le azioni di risparmio.
  • La domanda di gas nel termoelettrico è scesa del 16% per effetto della riduzione della domanda elettrica (-1,5% nel 2022 rispetto al 2021) e della convenienza a passare dal gas al carbone nella generazione elettrica (gas-to-coal switch). La produzione di energia elettrica da carbone è infatti aumentata del 41% tra settembre 2022 e gennaio 2023 (+61% nel 2022 rispetto al 2021), andando anche a compensare la minor produzione idroelettrica, crollata del 24% nello stesso periodo (-38% nel 2022 rispetto al 2021) a causa della siccità.
Grafico 2 – Bilancio domanda e offerta gas nel periodo settembre 2022 – febbraio 2023 e confronto tra periodo 2021-2022 e 2022-2023. Fonte: Snam

Il ruolo degli stoccaggi

L’Italia ha iniziato l’anno termico 2022-2023 con gli stoccaggi pieni al 95% – un livello persino superiore rispetto all’obiettivo del 90% indicato dal Governo Draghi. Con le temperature eccezionalmente miti dello scorso novembre, la stagione termica è iniziata con circa un mese di ritardo, facendo sì che oggi (marzo 2023) gli stoccaggi siano ancora al 60% della loro capacità, quasi il doppio di un anno fa (37%).

Concludere l’inverno con un livello degli stoccaggi relativamente alto faciliterà le attività di iniezione nel periodo estivo, permettendo all’Italia di essere meno esposta ai rialzi di prezzo rispetto all’anno appena passato, quando il prezzo del TTF, ossia il prezzo di riferimento a livello europeo per il gas, raggiunse i livelli massimi storici.

Anche nella giornata di picco invernale (9 febbraio 2023) le infrastrutture esistenti sono state in grado di coprire la domanda (grafico 2).

Grafico 3 – Confronto tra domanda e offerta giornaliera di gas nel periodo invernale e la capacità nominale delle infrastrutture esistenti. Fonte: Snam, MASE

Minore domanda di gas, maggiore sicurezza energetica

La riduzione della domanda di gas ha rappresentato una risorsa centrale per garantire la sicurezza del sistema energetico. Ha permesso di ridurre la pressione sulle infrastrutture esistenti, in particolare gli stoccaggi, consentendo di gestire più facilmente e superare senza grandi difficoltà di approvvigionamento l’inverno 2022-2023, considerato da molti il più difficile tra quelli futuri.

Il maggior equilibrio tra domanda e offerta ha portato a un abbassamento del prezzo del gas, che dalla media di agosto 2022 di 228 €/MWh è sceso a 63 €/MWh a gennaio 2023.

E quindi? Ora bisogna approfondire l’analisi per comprendere quanto le azioni di risparmio siano state strutturali o meno, e quanto le misure di policy siano state efficaci a supportare tale calo.

Sicuramente la riduzione della domanda, attraverso rinnovabili, efficienza energetica e risparmi, contribuisce agli obiettivi di sicurezza energetica e decarbonizzazione. Obiettivi che non sono contrapposti o paralleli, ma strettamente legati.

Entrambi richiedono una significativa contrazione dell’uso delle fonti fossili, con il beneficio di ridurre l’esposizione del nostro sistema energetico ai rischi esogeni di dipendenza da tali combustibili.

 

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