Stop alle caldaie a gas? L'alternativa è la pompa di calore

Stop alle caldaie a gas? L’alternativa è la pompa di calore

23 Maggio 2023
Tempo di lettura : 4 min
23 Maggio 2023

Con un probabile stop alle caldaie a gas imminente, è ora di guardare alle alternative. La pompa di calore è capace di riscaldare un’abitazione senza emettere gas climalteranti e utilizzare combustibili fossili. È efficiente, pulita e nei prossimi anni potrebbe rimpiazzare la maggior parte delle caldaie a gas grazie alle normative UE in merito all’abbandono dei combustibili fossili. 

Il riscaldamento domestico è infatti responsabile di una buona fetta delle emissioni climalteranti, dovute all’alto numero di caldaie a gas che ancora si occupano di tenere al caldo condomini e appartamenti.

Tra pochi anni i regolamenti UE sulle emissioni inquinanti potrebbero essere molto più stringenti, mettendo fuori mercato le caldaie a gas attuali. L’iniziativa più concreta sembra essere la bozza di revisione del Regolamento Ecodesign 813/2013/UE, che stabilisce le declinazioni tecniche per progettare in maniera ecocompatibile e commercializzare apparecchi per il riscaldamento d’ambiente. 

In altre parole, dal 2029 le caldaie a gas potrebbero non essere più consentite e la pompa di calore troverebbe posto nelle case di molti più italiani. Questa tecnologia è già largamente adottata in Europa, specialmente nei paesi scandinavi (e quindi più freddi) con grande soddisfazione e risparmio energetico. 

Tuttavia, al momento non bisogna sottovalutare l’investimento e lo spazio necessari per installarne una in casa propria. Ecco tutto quello che devi sapere prima di sceglierla.

L’alternativa alla caldaia tradizionale

La pompa di calore elettrica è una delle soluzioni più efficienti per avviare una transizione ecologica che libera le case italiane dal gas a uso domestico. Ha un impatto ambientale quasi nullo, perché è alimentata a energia elettrica (che può essere prodotta da risorse rinnovabili) e trasferisce il calore da una fonte esterna all’interno di casa.

Al momento, ha un costo di acquisto importante: per un modello aria-acqua da abbinare ai radiatori o al riscaldamento a pavimento, con il costo dei materiali in aumento e l’inflazione, si va dai 7000 euro in su per il prodotto e la manodopera. Costo che sale a seconda dei lavori collaterali da fare.

Tuttavia, fino al 2024 sarà possibile fare domanda di ecobonus per avere una detrazione del 65% in 10 anni, in occasione del cambio della vecchia caldaia con una pompa di calore, ammortizzando considerevolmente la spesa.

Anche gli spazi sono da tenere in considerazione: una pompa di calore ad aria richiede un’unità esterna che preleva l’aria, da installare in giardino, sul balcone o sul muro. C’è poi l’unità interna, che assomiglia a una grossa caldaia, e il boiler per il mantenimento dell’acqua calda. 

Gli impianti ad energia geotermica o ad acqua sono meno ingombranti, perché la sonda che preleva il calore dal terreno o dalla falda acquifera viene nascosta sottoterra. Si tratta però di una soluzione di nicchia, che richiede interventi piuttosto invasivi con un costo non indifferente.

In altre parole, la pompa di calore potrebbe non essere una soluzione adatta al singolo appartamento. Si trova meglio all’installazione in case di proprietà e come sostituto alla caldaia condominiale, con ottimi risultati di performance e risparmio energetico.

Un altro aspetto importante è il sistema di circolazione dell’acqua calda. Bisogna controllare adeguatamente la dimensione di tubi e radiatori, poiché a seconda del periodo di costruzione possono risultare sottodimensionati e richiedere una sostituzione dell’intero impianto.

Una volta che l’impianto di riscaldamento è adeguato, la pompa di calore non richiede più interventi di isolamento termico, rispetto alla caldaia, per funzionare con efficienza, ma ogni caso è specifico e da valutare attentamente: sono molti i fattori (come l’età della casa e l’effettiva dispersione termica) che possono compromettere il comfort e risultare in una perdita economica.

Chiaramente, la sua efficienza sarà maggiore o minore in base alla classe energetica dell’edificio che riscalda, ma questo principio vale in maniera analoga per i sistemi con caldaia a gas.

Anche la temperatura esterna ha un ruolo rilevante nella performance della pompa di calore, soprattutto in base alla tipologia della stessa.

La pompa di calore nei climi freddi

Il sistema a pompa di calore permette di sfruttare la differenza di temperatura fra due ambienti (interno ed esterno) per restituire energia termica da utilizzare per la climatizzazione della casa o anche per scaldare l’acqua calda sanitaria. 

Minore è la differenza di temperatura fra i due ambienti e maggiore sarà l’efficienza dell’impianto. Con temperature estreme, attorno a 0° C o o oltre i 35° C, il rendimento sarà inferiore a quando le temperature sono miti.

Come abbiamo detto, però, le pompe di calore possono essere di diversi tipi. Il maggior effetto della temperatura esterna lo si ha su quelle ad aria, mentre quelle a energia geotermica o ad acqua di falda sotterranea attingono a una temperatura costante che non risente dei cambiamenti climatici in superficie.

In più, i paesi col maggior numero di pompe di calore per abitante sono tra i più freddi d’Europa: Svezia, Finlandia e Norvegia, dove vengono usate con soddisfazione e un comfort analogo a quello della caldaia.

Conclusioni

Utilizzando energia da fonti rinnovabili i costi di un sistema a pompe di calore vengono ammortizzati in pochi anni, in base ai consumi e alle dimensioni dell’immobile.

Tuttavia, dove non ci sono sufficienti spazi, si rischia un’installazione che consuma troppa energia, non è efficiente e può anche generare abbastanza rumore da comportare un disturbo per chi abita la casa e per i vicini. 

Per quanto riguarda le preoccupazioni sulla sua efficienza in climi freddi ed edifici con classi energetiche inferiori, si può dire che questi impianti offrono un buon rendimento a prescindere da queste condizioni. 

Per approfondire, puoi consultare ulteriori articoli di Altroconsumo:

Caldaie a gas, dal prossimo anno stop agli incentivi e dal 2025 probabile divieto all’installazione | Altroconsumo

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